20.06.2019
Botti e barriques: la nobile arte dell'affinamento in legno.
Fare vino significa anche saper aspettare: non bastano pigiatura, travasi e svinatura. Bisogna attendere che il vino maturi e raggiunga il proprio pieno potenziale. Ci sono infatti espressioni che, come il nostro Primocapo, richiedono tempo per diventare protagonisti di un’esperienza sensoriale unica attraverso un lungo percorso che consente loro di sviluppare a pieno le caratteristiche organolettiche che li rendono così speciali.
Fondamentale è il dialogo con il legno in botti e barriques, una sinergia che arricchisce il vino di profumi e sentori suadenti. In questo periodo infatti, il legno concede la propria impronta al vino che avvolge, un segno distintivo tanto più intenso quanto più giovane è la botte. In questo percorso verso la qualità, un aspetto importante dell’affinamento in legno è dato dalla presenza di pori e micro-pori sulla superficie della botte che consentono una costante aerazione, aiutando il vino a stabilizzarsi, facendolo evolvere e rendendolo pronto per il passaggio in bottiglia.
Una curiosità sulla conservazione del vino nelle botti? I primi a utilizzarle furono i Celti e si dice che la loro perizia nel lavorare il legno li rendesse davvero insuperabili.
Dunque, la cantina diventa un luogo pieno di sogni e grandi aspettative per il futuro, qui dove anche i vini della Masseria Capoforte riposano, perfezionandosi lentamente in una promessa di autentiche emozioni. Un cammino a volte lungo ben 18 mesi, prima di un ulteriore riposo in bottiglia: accade al Primocapo, il rosso fuoriclasse della Masseria Capoforte che al "XVIII Concorso Enologico Internazionale Città del Vino” a Frascati si è aggiudicato la Medaglia d’Oro, assegnata su 1.250 vini in gara e 500 aziende italiane e straniere.
Un nuovo successo che riempie di orgoglio e conferma la qualità eccellente dei vini Capoforte, seguiti passo per passo con sapienza e dedizione.
